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Gas serra, ma a che punto è l’accordo sul clima?

Gas serra, ma a che punto è l’accordo sul clima?

Il trattato entrerà in vigore legalmente solo quando sarà ratificato da almeno 55 Paesi le cui emissioni sommate rappresentino il 55 per cento delle emissioni globali di CO2 ma gli studiosi temono che sia comunque già tardi per raggiungere l’obiettivo del contenere il surriscaldamento.

1. Parola d’ordine: fermare il riscaldamento globale

L’hanno chiamato Cop21 perché il trattato firmato a Parigi il 12 dicembre 2015 da circa 180 Paesi è arrivato alla ventunesima conferenza tra le parti, a parole convinte della necessità di ridurre, se non fermare, il cambiamento climatico.Dopo calcoli complicati si è arrivati a stabilire che tenendo l’innalzamento della temperatura terrestre al di sotto dei 2 gradi centigradi (meglio se 1,5), si potrà evitare il peggio, vale a dire per esempio lo scioglimento completo dei ghiacciai, l’innalzamento del livello di mari e oceani, la desertificazione. I Paesi firmatari dovranno puntare «a raggiungere il picco delle emissioni di gas serra il più presto possibile» proseguendo con «rapide riduzioni dopo quel momento» per arrivare a «un equilibrio tra le emissioni da attività umane e le rimozioni di gas serra nella seconda metà di questo secolo».

2. Le isole le prime a firmare, il numero magiro è 55

Esplora il significato del termine: L’accordo di Parigi, come molti nobili trattati internazionali non resta solo sulla carta ma entra in vigore legalmente solo al raggiungimento di una soglia di ratifiche formali da parte delle istituzioni politico-costituzionali dei Paesi, con voto in Parlamento, decreto governativo o presidenziale.
Per il Cop21 è necessaria la ratifica di almeno 55 Paesi le cui emissioni sommate rappresentino il 55 per cento delle emissioni globali di CO2. Ma fino a ieri solo 24 Paesi avevano concluso il processo di ratifica, soprattutto piccole nazioni-isola che sono spaventate dall’innalzamento del livello degli oceani. E la loro quota di gas serra è solo dell’1,08%. Per aiutare i Paesi in via di sviluppo, convinti di aver inquinato pochissimo rispetto ai ricchi occidentali, il Cop21 ha previsto un fondo di 100 miliardi di dollari di finanziamenti «verdi» all’anno.L’accordo di Parigi, come molti nobili trattati internazionali non resta solo sulla carta ma entra in vigore legalmente solo al raggiungimento di una soglia di ratifiche formali da parte delle istituzioni politico-costituzionali dei Paesi, con voto in Parlamento, decreto governativo o presidenziale.
Per il Cop21 è necessaria la ratifica di almeno 55 Paesi le cui emissioni sommate rappresentino il 55 per cento delle emissioni globali di CO2. Ma fino a ieri solo 24 Paesi avevano concluso il processo di ratifica, soprattutto piccole nazioni-isola che sono spaventate dall’innalzamento del livello degli oceani. E la loro quota di gas serra è solo dell’1,08%. Per aiutare i Paesi in via di sviluppo, convinti di aver inquinato pochissimo rispetto ai ricchi occidentali, il Cop21 ha previsto un fondo di 100 miliardi di dollari di finanziamenti «verdi» all’anno.

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