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Parigi Clima 2015: tre proposte innovative dall’Italia

Parigi Clima 2015: tre proposte innovative dall’Italia

Si è tenuta ieri presso la Camera dei Deputati la Conferenza “Parigi Clima 2015: tre proposte innovative dall’Italia”, promossa dalla Fondazione Centro per un Futuro Sostenibile, un confronto pubblico di alto livello con l’obiettivo di avanzare proposte innovative e fornire un contributo originale alla preparazione del Summit mondiale di Dicembre. La Conferenza internazionale sul clima di Parigi COP21 rappresenta infatti la più promettente opportunità perché si riesca a contenere il riscaldamento globale al di sotto di 2°C entro la fine del secolo. Si riuscirà ad approvare un Accordo globale vincolante o si ripeterà la delusione che ha segnato gli ultimi Vertici mondiali? Gli impegni richiesti a ciascuna Nazione saranno credibili, ed efficaci?

I lavori sono stati aperti dalla Presidente della Camera dei Deputati Laura Boldrini,  che ha richiamato al senso di responsabilità ”Ormai nessuno puo’ fingere di non sapere: il cambiamento del clima indotto dall’intervento umano – ha detto fra l’altro Boldrini – sta provocando una serie di effetti a catena che rischiano di andare fuori controllo e di compromettere irreparabilmente il futuro della Terra che abitiamo”.

Secondo Francesco Rutelli,  Presidente della Fondazione Centro per un Futuro Sostenibile e promotore dell’iniziativa “C’è poco tempo per evitare un nuovo fallimento. In vista della COP21  serve un impegno di tutta la Comunità internazionale, su solide basi di condivisione scientifica, contro la crescita pericolosissima delle emissioni che alterano il Clima”.

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Carlo Carraro, professore alla Ca’ Foscari di Venezia e vice presidente del Working Group III dell’IPCC, pur sottolineando che le concentrazioni attuali di gas serra in atmosfera siano oggi le più alte degli ultimi ottocentomila anni, nel suo intervento è stato più ottimista: “Sull’accordo di Parigi c’è già un consenso politico sulla necessità di ridurre le emissioni. Perciò il patto ci sarà, e sarà coerente con l’obiettivo dei 2 °C. Ma non basta, questo è solo il primo passo: oltre ai propositi è necessario assumere impegni concreti. Ci riusciremo?”.

Le 3 proposte innovative avanzate dalla Fondazione Centro per un Futuro Sostenibile, sono state elaborate da un gruppo di esperti (scienziati, economisti, giuristi) italiani: Carlo Carraro, Alessandro Lanza, Antonio Navarra, Francesca Romanin Jacur e Riccardo Valentini. I cinque hanno deciso di convergere su tre macroaree di intervento.

Accelerare l’eliminazione di alcuni gas, i composti di fluoro, che hanno un contributo al cambiamento climatico pari al 18% di quello dell’anidride carbonica. «Essi sono oggetto del Protocollo di Montreal – ha spiegato Alessandro Lanza, del Centro Euromediterraneo sui Cambiamenti Climatici ed ex dell’IPCC – e parallelamente alle azioni sulla riduzione di CO2 si potrebbe agire su di essi». Il clima, promette, ne beneficerebbe parecchio.

Agire con maggior decisione sul fronte della riforestazione, dell’agricoltura e dello spreco alimentare. Secondo Riccardo Valentini, membro del Consiglio strategico del Centro Euromediterraneo e collaboratore IPCC, si potrebbero sviluppare infrastrutture verdi, soprattutto in ambito urbano, in grado di sequestrare carbonio e compensare una parte delle emissioni. Inoltre, sarebbe possibile dimezzare lo spreco alimentare, che farebbe risparmiare 250 milioni di tonnellate di CO2 soltanto in UE».

Rendere più efficace l’accordo in preparazione per Parigi sul piano giuridico. Francesca Romanin Jacur, professoressa di International Environmental Law all’Università degli studi di Milano, propone di «indicare sia l’obiettivo a lungo termine, quello dei 2 °C, sia target intermedi. Sarà fondamentale, inoltre, il loro riesame periodico e automatico, una condivisione delle regole di contabilizzazione», in modo da avere strumenti standard per valutare i progressi.

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Durante i lavori è intervenuto anche il Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti  che ha sottolineato l’importanza di giocare bene quella che forse è l’ultima carta a disposizione per affrontare a livello globale e in modo incisivo i cambiamenti climatici, e che a Parigi non si discuterà soltanto di clima, ma di una nuova rivoluzione industriale per produrre beni ed energia in modo sostenibile a lungo termine.

José Graziano da Silva, Direttore Generale della FAO,  ha ricordato l’alto impatto dei cambiamenti climatici sulla popolazione globale, spiegando che milioni di profughi climatici si metteranno in marcia nei prossimi anni, rischiando la vita a causa della povertà, della fame e dei conflitti esacerbati dal riscaldamento globale che rende ancora più scarse le risorse. Un esodo già iniziato e che spesso si conclude tragicamente, come ricordano le morti dei giorni scorsi nel Mar Mediterraneo.

Proprio sul legame tra povertà, sofferenza, difesa dei deboli e sperequazione ambientale e climatica è intervenuta Flaminia Giovanelli, Sottosegretario Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, che ha delineato alcuni dei temi che saranno inclusi nell’Enciclica che Papa Francesco promulgherà nei prossimi mesi su questi temi.

Bérengère Quincy, Ambasciatrice itinerante per il clima e rappresentante della Presidenza francese della COP di Parigi, rimarcando l’innovatività delle proposte avanzate dalla Fondazione Centro per un Futuro Sostenibile, si è impegnata a portarle al vertice mondiale di dicembre. L’ambasciatrice, introducendo i pilatri su cui la Presidenza francese imposterà i lavori del vertice di Parigi, si è detta fortemente determinata al raggiungimento di risultati importanti e duraturi.

Sostenibilità e obiettivi climatici come elemento di competitività economica e chiave del successo di iniziative imprenditoriali, ha dimostrato Catia Bastioli, AD di Novamont. Gli scarti agricoli, così come quelli alimentari, possono vivere una “seconda vita”, ha spiegato: «pensare all’interconnessione tra settori, alla circolarità del processo. La bioeconomia intesa come rigenerazione territoriale può dare benefici dal punto di vista climatico, ma anche economico e sociale. In particolare la chimica verde, che si traduce in bioraffinerie integrate nel territorio, diventando anche volano di ricerca e innovazione». Opportunità, elementi positivi ed eccellenze italiane, anche al centro dell’intervento di Ermete Realacci che, tuttavia, non ha mancato di sottolineare i molti passi avanti ancora da compiere.

Benefici, rischi e ricadute sull’ambiente e sul clima legati all’andamento del prezzo del petrolio sono stati discussi da Alessandro Lanza nella sezione della conferenza dedicata alle “dinamiche dei prezzi dell’energia e contenimento delle emissioni”. Su questo tema, di evidente importanza globale, è intervenuto anche Fatih Birol, Direttore Esecutivo dell’Agenzia Internazionale dell’Energia, che ha registrato il proprio contributo in video.

Carlo Bagnasco, AD di Energetic Source S.p.A, che ha contribuito con ottomila euro alla realizzazione della conferenza, ha identificato in una forchetta tra cinquanta e cento dollari al barile il costo “equilibrato” per il petrolio, in grado di non impattare negativamente né sui consumatori né sui paesi produttori. Bagnasco, inoltre, ha introdotto alcune proposte in grado di rendere più efficace ed efficiente il mercato internazionale del carbonio (il mercato internazionale nel quale sono scambiate quote di emissione di gas serra). Tema, quello dello scambio di quote di emissione, ripreso anche da Mariagrazia Midulla (Responsabile Clima ed Energia WWF Italia) che ha sottolineato come non possano e non debbano esistere “paradisi fiscali della CO2” e da Aldo Ravazzi Douvan (Presidente OCSE-WPEP) che, ponendo l’accento sul tema delle risorse finanziarie necessarie a supportare la low-carbon transition di cui il mondo ha bisogno, ha reintrodotto la necessità di una tassa sulle emissioni di carbonio. Una carbon tax, ha proseguito, è necessaria sia per rispettare i “limiti del Pianeta” (planetary boundaries) sia per rendere sostenibile un modello di sviluppo che, come ha ben illustrato Cesare Pozzi (Economista Industriale e Docente LUISS), è oggi ben lontano dall’esserlo. In vista di Parigi, ha detto la Senatrice Loredana De Petris, è necessario che il dibattito sull’ambiente e sul clima torni al centro dell’agenda politica anche del nostro Paese.

Necessità di approvvigionamento d’importanti risorse economiche e finanziarie, infine, anche nell’intervento di Vittorio Prodi che, coniando il concetto di “giustizia climatica” auspica un superamento della contrapposizione tra capitale economico e clima (“capital versus climate”).

 

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Scarica le 3 proposte innovative dall’italia

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Carlo Carraro – Verso il Summit di  Parigi L’aspettativa di una conclusione virtuosa

Riccardo Valentini – Gestione della terra: proposte concrete per la mitigazione delle emissioni di gas serra

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